rivista di letteratura in embrione

numerouno




Rita Guidi
Il compleanno (racconto)
Note biografiche

IL COMPLEANNO

d i

Rita Guidi



     D'improvviso nessuna voglia di scendere. Con rabbia aspirava quell'idea pungente e banale di tanta letteratura, e la ricacciava via, col fumo. Ma con angoscia avvertiva sempre più come infido e insopportabile l'immancabile percorso: stazione-metrò-appartamento. Chiuse gli occhi. Dieci minuti al come-sempre o un'ora, due (importava ? ) alla nostalgia. Ai suoi piccoli, vecchi luoghi di ragazzo.
"...ho quello che voglio, no? quello che voglio. basta liberarsi da pensieri troppo liberi, stanchi. vent'anni di meno. o di più. un concerto di poltroncine rosse. e scarpe di tela per tornare a casa... 'Non ci sarà una stanchezza delle cose, di tutte le cose, come delle gambe o di un braccio ?' ...che splendido libro. sono solo stanco. voglio scendere. subito, adesso."
La valigia lo colpì esattamente al centro della spalla sinistra, trascinando con sé gli occhiali nello sfiorargli la tempia. Nemmeno il tempo di imprecare, sommerso dalle scuse della ragazza. Le raccolse anche i libri caduti: ancora Pessoa.
Fu di nuovo quiete. Porse al controllore il suo tagliando di abbonato alla vita. Ma era venerdì 31 luglio. L'apparente uguaglianza del quotidiano treno del ritorno gli riservava, per una volta, qualcosa di più di qualche millimetro di barba da rifare. Una sera di festa con sua moglie e le bambine: per l'inizio di una sudata vacanza, il grande ufficio nuovo che lo attendeva a settembre, ed il suo trentottesimo compleanno.
"...ci siamo. ora mi alzo, infilo la giacca e scendo. d'accordo. prima le signore. no. niente bibite grazie. ora scendo. e il giornale ? accidenti. oggi non gli ho dato neanche un'occhiata." Un fischio, come musica. E di nuovo il ritmo delle rotaie, come il ticchettio del pendolo della sua insonnia.
Felicità, come da bambino. La ragazza borbottava deluse banalità con l'amica : mare-sporco, troppa-gente, tutto-diverso-da-come-l'aveva-immaginato.
Felicità, come quando la sera inventava concerti per nessuno, nel segretissimo silenzio del suo studio. Perché la sua amante, quella che slacciava con cura la sua cravatta di uomo senza sorprese, era un vecchio, ambrato violino. Di quand'era ragazzo. A casa. A casa di nuovo. "...non rimproverarmi. lo sai, non ho mai tempo. no. no. va tutto bene. non abbiamo litigato. volevo solo farti una sorpresa. vieni qui. non fai gli auguri al tuo vecchio ragazzo ? sei piccola, la nuca solo un poco, dolorosamente più curva. pranzeremo in giardino, come quando..."
Il ventaglio dell'anziana signora, accanto, spandeva piacevoli note di agrumi. Gialle, come la camicia fuori moda del ragazzo nero, senza scarpe.
Aprì il giornale : "Con un brevissimo preavviso - si leggeva - è stata annullata l'intera tournée dell'artista. I soliti bene informati affermano che si tratterebbe di un definitivo abbandono delle scene, dovuto forse al matrimonio con.."
Incredulo rileggeva di continuo le poche righe che sbriciolavano l'immagine di una lontana e indimenticabile amicizia.
Sembrava ieri il suo saluto. Sembrava ieri la sua voce: "In fondo lo so, hai ragione tu. Dovrei accettare senza inquietudini la vita. Trovare sicurezza semplicemente : casa-stipendio-famiglia. affidare ad un figlio, chissà ?, tutti i significati. Tu lo fai e ti invidio per questo. Tu non hai mai deluso nessuno. Amici, ragazza, genitori. Soprattutto te stesso. Ma io devo cercare. Andare."
Ed era partito. Con il suo bagaglio di pensieri, ancora sgombro di disillusioni. Ed era riuscito. Lasciando ai dadi ed agli occasionali, bellissimi incontri dei loro nuovi anni, il peso delle risposte. Di nuovo, il berretto calato sugli occhi del controllore: "Ha sbagliato. La sua fermata era..." "Lo so. Lo so. Ho sbagliato. Quant'è ?"
Aria senza sudore. Finalmente. Orario. Gradini. Telefono.
"Sono io. Scusami. Devo essermi addormentato. Spero di essere a casa entro un'ora. Devo dirti..."
"Mi dispiace, si sente malissimo. Non importa. Ti aspetteremo. Ma sbrigati, perché le bambine non le tiene più nessuno. Ti hanno preparato una sorpresa. Ah! Dimenticavo! E' arrivato anche un grosso pacco da non-so-dove. E' di quel tuo vecchio amico, sai quel concerto, l'altr'anno...Non vorrei dire una sciocchezza ma dalla forma si direbbe un violino."




(inedito, ricevuto via e-mail)


L'autore: Rita Guidi

Rita Guidi è nata a Parma nel 1968, ma soprattutto il 18 febbraio. Acquario ascendente acquario, ma soprattutto scrittrice (in erba) da sempre. Prof. precaria ma soprattutto giornalista per la Gazzetta di Parma, naviga (criticamente) in Internet, ma soprattutto tenta di realizzare una cyber rivista (Il Segno di Parma).

pagina precedente e-mail