"A Hollywood non seppelliamo i nostri morti. Continuano a puzzare. Puzzeranno la settimana prossima a Cincinnati, a Londra e a Parigi e entro due anni puzzeranno alla televisione" Billy Wilder Un articolo del 1935, apparso su Ciné-Miroir, ci offre un affascinante ritratto dell'abitazione di Bela Lugosi, reduce dai fasti del "Dracula" di Tod Browning: la "fortezza" che l'attore ungherese si é fatto costruire é, sul lato destro, posta su di un precipizio ed é completamente ricoperta d'edera salvo che per le finestre e la porta. Le finestre sono solo quattro, un numero ridicolo vista l'ampiezza dell'edificio: una su ogni lato, esse si stagliano, eccezionalmente scure, contro il rigoglioso verde dell'edera. La porta d'ingresso é d'ebano, decorata da una corolla di chiodi a diamante, cioé con la capocchia piramidale. Il battente é stato sostituito con un pipistrello d'argento dalle grandi ali aperte. Nel giardino, brullo, al posto della solita piscina hollywoodiana a forma di cuore fanno bella mostra di sé una serie di lapidi di marmo bianco. L'abitazione é custodita da quattro cani: due danesi giganti e due mastini della Slesia. Sopra le tegole del tetto si aggira furtivamente un gran numero di gatti neri, rarissimi in California. L'interno viene definito dal cronista "lussuosamente gotico": alcuni pipistrelli ben pasciuti pendono dal soffitto nella loro caratteristica posizione di riposo a testa in giù. Presso l'ingresso, in una buia anticamera, si trovano alcune colossali armature; mazze ferrate e lance formano la decorazione alle pareti. Tutti gli specchi sono stati scupolosamente rimossi dalla servitù, costituita da un gruppo di piccoli cinesi sordomuti... Quale dimora migliore per il più famoso Vampiro del cinema? Merito anche dei tecnici e degli scenografi della Universal, quotidianamente impegnati nel rinnovare le ragnatele che addobbano tutte le stanze di tale macabro e sontuoso sacello... Ben diverso dalla spoglia bara nella quale il Nostro verrà sepolto (questa volta per davvero), avvolto dall'abituale mantello nero foderato di rosso, nel 1956, dopo aver definitivamente chiuso gli occhi in una anonima clinica di Los Angeles, pronunciando le parole che hanno suggellato la sua esistenza: "Io sono il Conte Dracula, io sono il Re dei Vampiri, io sono immortale". Triste storia quella di Lugosi. Ma non unica o isolata. Hollywood, infatti si é ciclicamente corroborata col sangue e la linfa vitale di molti suoi attori, ibernati, ridotti a stereotipi viventi, maciullati dagli ingranaggi dorati dello spettacolo. Ha imprigionato decine di attori imprimendo sui loro volti una maschera chiodata, crocifiggindoli in una assurda pantomima da pupi siciliani che li ha relegati in una sorta di comatoso splendore che non sarebbe dispiaciuto a Pirandello. La prima é stata, senza alcun dubbio, Theda Bara: Theodosia Goodman, stella nascente del cinema muto, scelse di accantonare il proprio nome di battesimo, pomposo e anonimo, affibiandosi tale nom de plume, che a noi italiani suona come un macabro scherzetto escogitato dal Pittigrilli del momento; in esso, infatti, scombinata e dispersa, si cela una "Morte Araba" (Arab Death). La nostra Theodosia, nel giro di pochi anni, si tramutò così nella prima schiava di Hollywood, ibernata nel proprio ruolo di crudele femme fatale: i lunghi capelli corvini, le braccia tornite ma dal candore lunare, il corpo flessuoso come quello di un serpente, essa sarà costretta ad inscenare una continua danza di Salomé, ingannando languidi ed imbelli partners con quella lascivia un po' patibolare suggerita dall'occhio bistrato e dal labbro tumido. Scrisse di lei James R. Quick, su Photoplay: "Theda Bara non può essere annoverata fra le stelle in sviluppo: non c'é nulla di sano in lei". Theda Bara, fra l'altro, diede anche l'avvio a quella tradizione tipicamente hollywoodiana, forgiata dallo star-system, della biografia sensazionale per quanto fittizia. I press-agent della casa di William Fox la tramutarono in una discendente nientepopodimeno che di un capo Tuareg e le appiccicarono addosso un'infanzia trascorsa nel deserto con tanto di dieta a base di latte di serpente... Ma la Mecca del Cinema, già sezionata con raggelante perizia da Billy Wilder nel sontuoso e decante "Viale del Tramonto" e nel sepolcrale "Fedora", non si é di certo limitata a questo... Pensiamo al minuetto eterosessuale che Rock Hudson ha dovuto eseguire, con grazia ed eleganza, per tutta la vita; cerchiamo di calcolare mentalmente quante tende da doccia ha dovuto sventrare Anthony "Norman" Perkins prima di trovare l'agognata pace (eterna)...E vogliamo forse parlare delle varie Ava Gardner, Judy Garland, Veronica Lake, il cui fulgido ricordo si annebbia nelle volute di un whisky di infima marca?...Come in un romanzo di Ellroy, anche ad Hollywood non vi é mai limite al male: credi di aver toccato il fondo ed ecco che ti accorgi di essere solo all'inizio di un lunghissimo tunnel... Fino ad ora abbiamo visto come l'industria del cinema sia stata in grado di trasformare esseri umani in Icone viventi (il Vampiro, Lo Psicopatico, la Supertroia), ridotte ad una non-vita su di tavolo operatorio costantemente illuminato da centinaia di riflettori...Il Vampiro non funziona più? Non ci sono problemi; lo sostituiamo con un altro più giovane ...The Show must go on... D'accordo: che mi dite allora di Rondo Hutton? Chi é costui, vi starete chiedendo. E' presto detto. Egli non era altro che il classico ragazzone americano che però, durante la Prima Guerra Mondiale, ebbe uno scontro frontale con una nube di gas nervino: riuscì, miracolosamente, a vivere ma ad un prezzo altissimo. Il suo volto, infatti, rimase deformato in modo abbastanza orribile da uno degli effetti secondari del gas: un bell'attacco di acromegalia...Nel 1930 un fortuito incontro con il regista Henry King gli aprì le porte (di servizio- questa non é mia ma di Giuseppe Salza, the King of Trash) di Hollywood e nel giro di pochi anni Rondo si trasformò in un altro utilissimo Stereotipo, il Mostruoso Assassino che, per di più, non doveva neanche passare tutto quel tempo nella roulotte del truccatore... Incredibile vero? Eppure questa é la realtà...Non vi pare che la grancde insegna che sovrasta Holywood, vista ad una certa angolazione, ricordi una lapide funeraria?... (inedito) L'autore: Andrea Bruni Andrea Bruni è nato a Faenza nel ‘69 e vive a Massalombarda, in provincia di Ravenna. Ha collaborato a testate locali (“Bassa Romagna”, “Il Giornale di Massa”, “Interzone”...) e specializzate (“La cosa vista”...) occupandosi di cinema ed in particolar modo di horror. Ha appena pubblicato “La covata malefica - Gli orrori dell'infanzia nel cinema fantastico”, Pendragon, Bologna ‘95. |
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